N°4 - GAZZETTINO DI MARZO, APRILE E MAGGIO
A tutti gli schützen e markedenderinnen e sostenitori,
MARZO! Mese di restrizioni e chiusure forzate hanno impedito qualsiasi tipo di attività per la nostra compagnia. Abbiamo così lavorato come direttivo nel programmare attività interne e per il nostro Bund.
8 - 24 APRILE
Uno dei maggiori progetti realizzati in questo inizio hanno è stato fatto in ricordo dei 100 anni dalla “Domenica di Sangue”(storia in basso per dettagli). Il progetto è partito a gennaio con una serie di ricerche avvenute in modo casuale sul giornale “Der Tiroler” del 1921 dove si indicava per il giorno 13 luglio la
morte di Giovanni Battista Daprà a causa di una grave ferita riportata alla “Domenica di Sangue”. Fino ad oggi era stata indicata una sola vittima a questo attentato fatta da estremisti nazionalisti
italiani e la riscoperta di questo trafiletto di giornale ha consentito di rivedere i fatti di allora con maggiore scrupolo. Il gruppo non si è limitato nel realizzare la sola ricerca storica e su invito di Andreas Leiter della Compagnia di Marlengo nel partecipare all’evento del 24 aprile abbiamo deciso di fare un dono simbolico. Grazie al lavoro di Andrea Girardi ed Ernesto Seber che, in modo perfetto ha pirografato su alcune mazze le date ed i nomi delle due vittime abbiamo potuto donarle all’evento pubblico del 24 aprile a Marlengo; una al nipote di Franz Innerhofer e l’altra alla SK Marling. Un breve discorso tenuto dal Capitano di Fiemme ha voluto dare un breve ricordo anche di Giovanni Battista Daprà affinché la sua memoria non venisse dimenticata. La notizia è stata riportata su tutti i giornali sudtirolesi e menzionata anche in quelli tirolesi. La ricerca proseguirà affinché la verità attorno a Giovanni Battista Daprà possa emergere in modo chiaro, vittima dell’odio nazionalista italiano di inizi ‘900 nei confronti della nostra popolazione.
24.04.1921 – FRANZ INNERHOFER – 2021 1921 – GIOVANNI BATTISTA DAPRA’ - 2021
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23 APRILE
Quest’anno presso Castello di Fiemme abbiamo avuto una rappresentanza alla messa del patrono San Giorgio. Questo perché il santo è il protettore degli schützen assieme a San Sebastiano. La presenza della sola rappresentanza è stato dovuto all’orario pomeridiano in giorno lavorativo che non ha consentito di poter avere più membri. Anche in questa occasione è stato concesso di spiegare alla popolazione il perché della nostra presenza dato che in molti non conoscevano in dettaglio ne della storia delle origini del patrono San Giorgio presso Castello di Fiemme ne del perché presenziasse la SK Fleimstal.
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4 MAGGIO
Il 12 aprile, il Bezirkmajor Lorenz Puff del Schützenbezirk Bozen (distretto di Bolzano) ha nominato su approvazione del WTSB, Weber Rodolfo come Adjutant des Bezirkmajor. Questo incarico lo ha inserito negli ufficiali del Sudtirolo del distretto di Bolzano ma mantenendo nel contempo l’incarico di Capitano della SK Fleimstal nel WTSB. Nella data del 4 maggio si è tenuta la prima riunione presso Terlano con la partecipazione di Weber e l’approvazione dell’incarico a lui assegnato. La figura non permette di avere voto nelle decisioni del Bezirk ma consente di comunicare e partecipare in modo attivo ad attività ed iniziative da svolgere dentro e fuori il Bezirk creando un ponte tra comunità di lingua ladina, welscher e tedesca. Una serie di progetti realizzati in collaborazione verranno presentati nei prossimi mesi mentre altri verranno organizzati per il 2022 ed oltre. Un modo per poter integrare più velocemente le capacità organizzative in uso nel SBB anche nella vicina Provincia di Trento ed incentivare la crescita delle Compagnie oggi attive in tutte le vallate. |
7 MAGGIO
Attraverso il canale web del Welschtiroler Schützenbund è stata realizzata una serata informativa sugli schützen intitolata “Schützen: ieri – oggi – domani”. La serata fatta su richiesta del movimento “Primavera dell’Autonomia” è stata presentata da Oskar Enrici con la partecipazione di Chiara Guetti, Gadenz Lucia, Miriam Pellegrini, Manuel Adami, Mauro Agosti, Weber Rodolfo. La serata ha riscontrato un notevole successo anche nei giorni successivi perché registrata e proposta sui canali social. Ognuno si è dedicato ad un tema rivolto alla storia ed al idea degli schützen al giorno d’oggi con i loro scopi ed interessi. Una presentazione innovativa rivolta in particolar modo hai giovani e ha chi non ha mai compreso in modo chiaro la figura degli schützen e delle marketenderinnen all’interno del contesto trentino. |
13 MAGGIO
Si è tenuta la prima riunione del direttivo al completo del 2021 presso la sede provvisoria a Castello di Fiemme. Nella riunione è stato assegnato l’incarico di Capo Marketenderinnen a Valentina Paleni, già nostra segretaria e proposto l’incarico di organizzatore di eventi ad Emanuele Milan in attesa di conferma. |
25 MAGGIO
Presso il polifunzionale di Castello si è tenuta la riunione delle associazioni con gli assessori Mirella Piazzi e Fulvio Zorzi. Abbiamo presenziato con tre membri del direttivo (Weber, Girardi, Demattio) e presentato il programma 2021 – 2022 da mettere in atto sul territorio comunale di Castello Molina di Fiemme. |
IL PERSONAGGIO DEL MESE – GIOVANNI BATTISTA DAPPRA’
DOMENICA DI SANGUE
24 aprile 1921
Il 7 ed 8 gennaio 1921 alcuni cittadini di Bolzano si riunirono in assemblea per costituire un associazione di commercianti e produttori per la realizzazione di una fiera da tenersi a Bolzano nello stesso anno se possibile nel periodo pasquale. L’associazione partì da subito con l’adesione di 526 soci e la raccolta di circa 62.000 lire pari a 70.000 € d’oggi.
L’associazione aveva avuto modo di
organizzarsi nel centro cittadino nella scuola Franz Josef, nella palestra del Turnverain, nel piazzale della vicina associazione sportiva di ginnastica, nel giardino dell’Hotel Bristol, nelle sale
civiche, nel piazzale del museo e nelle sale e nel piazzale dell’associazione agricoltori e tutti gli spazi limitrofi all’area. I lavori di sistemazione ebbero inizio i primi di aprile.
Il 19 aprile 1921 venne inaugurata la fiera.
Numerose autorità parteciparono all’incontro tra cui il sindaco Perathoner ed il commissario generale Credaro che, con un loro discorso, aprirono la prima fiera di Bolzano dal dopoguerra. Numerose persone nella folla parteciparono con i costumi antichi per dare folclore e decoro all’evento. La fiera aveva smosso numerose associazioni socio-culturali che per l’occasione avevano aperto le loro porte al pubblico nella speranza di trovare nuovi sostenitori. Anche gli eventi pubblici od organizzati da artisti locali non mancarono nel periodo della fiera, tra queste un programma intenso presso il teatro cittadino con la realizzazione dell’opera della Butterfly e del Lohengrin, che tra il 1920 ed il 21 avevano riscontrato un notevole successo e al cinema Weltbiograph venne proiettato La liberazione di Gerusalemme.
Per l’occasione era stato
intensificato anche il centralino telefonico cittadino ma le richieste di partecipanti ai vari eventi su prenotazione di persone che chiedevano alloggi o informazioni riguardo alle esposizioni misero
in difficoltà il servizio. Gli autisti dei mezzi pubblici approfittarono del caos per scioperare e chiedere salari migliori su istigazione dei fascisti che nei mesi prima si erano preparati per
creare dissapori durante la fiera affiggendo manifesti contro l’operato del sindaco Perathoner e dell’amministrazione che non incentivavano abbastanza i cittadini italiani. Per innescare maggiore
turbamento durante la notte gruppi di fascisti causarono danni in tutto il centro cittadino togliendo le insegne di via e piazza Kaiser Franz Josef e di via Kaiser Wilhelm e se non bastasse
imbrattarono con la vernice rossa e verde le colonne bianche del teatro facendo apparire una serie di tricolori italiani lungo tutto l’atrio e per concludere la loro bravata anche sul municipio di
Bolzano e di Gries.
Il 23 aprile venne annunciata sui giornali per le ore 12.30 del giorno 24 aprile la realizzazione di una sfilata folkloristica nel contesto della fiera con partenza all’inizio di via Vintola:
organizzata in precedenza con accordo dei vari gruppi folkloristici e delle bande del distretto di Bolzano. L’annuncio venne comunicato all’ultimo e indicando lo schieramento dei gruppi per evitare
che al suo interno si infiltrassero gruppi di fascisti o nazionalisti e ne compromettessero il suo regolare svolgimento. I gruppi folkloristici e le bande sfilavano nel seguente ordine: Merano,
Passiria, Renon, Marlengo, Lagundo, Terlano, Andriano, San Candido, Bressanone, Varna, Spinga, Ortisei, Santa Cristina, Termeno, San Genesio, Bolzano e dietro a seguire le scuole, le associazioni di
categoria e la folla. La richiesta delle autorità era di non mostrare bandiere o stendardi in quanto la sfilata non aveva natura politica o motivo di provocazione.
Il 24 aprile, alle otto di mattina
arrivarono in stazione dei treni con a bordo centinaia di fascisti: vennero seguiti da lontano dalla polizia della città fino alla sede fascista in piazza della Mostra. Si comprese da subito che non
erano venuti per una tranquilla sfilata ma per destare caos e scompiglio. Presso la sede fascista vennero armati con mazze, bombe a mano e proiettili per le pistole che portavano sotto le giacche. La
loro provenienza era in prevalenza da fuori regione: veneti, emiliani e lombardi. Ma le fila si erano arricchite anche di cittadini da Trento e Bolzano in numeri più ristretti. Tra questi vi era
anche la squadra dei Disperatissimi di Verona.
la polizia cittadina vedendo cosa stava accadendo corse ad avvisare il sindaco il quale comunicò a sua volta al commissario generale Credaro quanto stesse accadendo – “è stato predisposto tutto
perché non avvengano incidenti” - fu la sua risposta.
I fascisti avevano un programma ben studiato per la giornata: divisi in gruppi incominciarono a gironzolare per il centro cittadino creando piccoli tafferugli e strappando in uno di questi l’insegna dell’Hotel “Aquila Rossa” in via Goethe, portandola a testa in giù affissa ad un palo. Altri gruppi si piazzarono davanti al municipio e chiesero che venisse esposta la bandiera tricolore. Perathoner si rifiutò dato che la giornata non richiedeva l’esposizione di alcuna bandiera ma su insistenza sempre più pressante da parte dei fascisti e per evitare uno scontro con la polizia che si era armata decise di farla esporre.
I gruppi folkloristici
incominciarono a convergere nel punto di partenza della sfilata e verso le 13 iniziarono con oltre un migliaio di partecipanti. Tra la folla ed i gruppi folkloristici si piazzarono i squadroni
fascisti che lungo il percorso aumentarono sempre più incominciando a sfoggiare le pistole e le mazze oltre all’aquila rossa capovolta. La folla insorse ed incominciarono a reagire a parole e in men
che non si dica i fascisti aggredirono i presenti con colpi di manganello e pistola fermando di botto la sfilata. Allo scoppio di altri colpi e di una bomba a mano la folla incominciò a fuggire
in tutte le direzioni ed i fascisti dietro per infierire sulla gente inerme. Franz Innerhofer, direttore e maestro scolastico aveva portato con se una sua classe all’evento, trovandosi vicino
all’inizio del tafferuglio decise da subito di far allontanare i bambini ma perdendoli nella confusione della folla cercò di mettere al sicuro i due che gli erano rimasti vicino. Uno si perse nella
folla mentre l’altro rimanendogli accanto lo seguì fino in via della Roggia difronte al palazzo Stillendorf dove quattro fascisti li bloccarono togliendo il cappello al bambino. Innerhofer gli disse
di restituire subito il cappello ma come risposta ricevette un colpo di pistola al petto, morendo poco dopo davanti alla porta del Stillendorf.
Assieme alla polizia cittadina giunsero i soldati che chiusero immediatamente gli accessi alla fiera. Gli aggressori avevano raggiunto la loro sede in piazza della Mostra dove vennero accolti a
festa da gruppi di italiani nazionalisti affacciati alle finestre e da alcuni militari che fecero in modo di scortare i gruppi fino alla stazione dei treni. Alcuni di loro ancora su di giri per
quanto accaduto ebbero da discutere con un responsabile delle ferrovie Franz Kofler da Appiano per il ritardo della partenza del treno, gli spararono a bruciapelo ferendolo gravemente al collo. Il
capotreno vedendo il degenerare della situazione decise di partire subito ma i fascisti erano già tutti a bordo: dalla siepe sud della stazione la polizia locale incominciò a sparare sul treno
cercando di mirare i fascisti che si affacciavano alle finestre per rispondere al fuoco.
Il punto della situazione era grave: 1 morto e 48 feriti di cui una quindicina in condizioni gravi.
Il 25
aprile ebbe inizio con uno sciopero generale della città in segno di lutto e protesta per quanto accaduto il giorno prima. Bandiere a lutto sugli edifici pubblici, manifestazioni di protesta anche
davanti alla sede fascista costrinsero la polizia urbana ad intervenire per evitare l’aggravarsi della situazione iniziata il giorno precedente. In piazza Walther era stato schierato l’esercito con
alcune mitragliatrici pronto ad intervenire al primo tafferuglio. Vennero riconosciuti alcuni fascisti bolzanini che avevano partecipato alla sfilata ed aggrediti furono inseguiti dalla folla
inferocita.
Volkspartei, socialdemocratici tedeschi (SPD) e socialdemocratici italiani si radunarono nell’attuale piazza Verdi di Bolzano con oltre 8000 persone per protestare contro le autorità presentandosi da
Credaro il quale si giustificò di non aver potuto intervenire non avendone l’autorità. Un consiglio comunale straordinario, prese le distanze dalla responsabilità dei fatti colpevolizzando Credaro di
essere stato avvisato in dovuto anticipo di quanto sarebbe accaduto.
Il 26
aprile un lungo corteo funebre di oltre 10.000 persone accompagnò la salma di Franz Innerhofer da Bolzano a Gries e da li su di un carro funebre fino a Marlengo dove venne sepolto. Credaro seguì il
funerale e in un successivo comunicato stampa dichiarò - “Non sono affatto disposto a consentire turbolenze da parte di elementi irresponsabili e criminali, indifferente in nome di chi agiscano, a
danno dell'operosa popolazione della Venezia Tridentina, che alla sua tranquillità ha diritto”.
Lo stesso giorno la lista dei feriti incominciò ad aumentare. Molti tornati a casa, a causa delle varie ferite riportate dovettero presentarsi nei vari ospedali di tutta la regione: ferite da colpi
da pistola e da lesioni causate dalle mazze. Altri erano meno fortunati in gravi condizioni, come Giovanni Battista Daprà di Ziano di Fiemme che si ritrovò con una scheggia di bomba a mano conficcata
nel piede la quale gli causò la cancrena della gamba e la morte il 13 luglio 1921 dopo mesi di agonia all’ospedale di Bolzano. La salma, trasferita su di un carro funebre fino al paese natio in Val
di Fiemme venne sepolto senza grandi cortei o dimostranze. I suoi documenti vennero nascosti dal parroco di Ziano affinché i fascisti non ne cancellassero la memoria, i parenti molto probabilmente
minacciati di non parlare di quanto accaduto finirono per dimenticare anche la causa di morte del loro avo. Solamente dopo 100 anni incominciano ad emergere le tristi verità su questa vittima
della Domenica di Sangue grazie alla ricerca certosina del responsabile della diocesi Trettel Giorgio e della Schutzenkompanie Fleimstal oggi possiamo confermare in modo certo che le vittime
del 24 aprile 1921 furono due, le prime causate dell’odio fascista nelle nostre due Province. Il primo attentato della storia delle province di Trento e Bolzano arrivò dalla mano di chi credeva
nell’Italia.
IL DIRETTIVO INFORMA
LA PAURA DI …
La pandemia da Corona virus ha portato molta paura anche tra i membri delle nostre compagnie. Ora, che possiamo ripartire grazie alle aperture sia tra province che regioni e l’annullamento dei restrittivi coprifuochi abbiamo la possibilità di uscire a piccoli o medi eventi. L’uso della mascherina rimane obbligatorio in modo che tutti possano mantenere quella sicurezza in un evento di gruppo o di massa. Ma come possiamo sconfiggere quella paura che rimane di fondo e spesso ci dice “no, non partecipo perché ho paura di …”? La pandemia non è stato uno scherzo e non siamo usciti ancora del tutto ma nella consapevolezza delle precauzioni che possono essere messe in atto oggi per non essere contagiati possiamo trovare conforto e motivo di ripartenza incominciando a partecipare ad addestramenti, incontri e piccole attività di Compagnia dove per vari fattori, tra i quali vaccinati o già contagiati, il rischio di trasmissione è nullo o ridotto al minimo. I media ci riempiono in modo esagerato di paure e stress parlando prima di riduzione dei contagi e poi di casi particolari di vittime da Covid mettendo in piena confusione chi deve cercare una direzione per la propria vita. Ad oggi sappiamo con certezza che non sono i canali televisivi a decidere sulla nostra vita ma le decisioni del Governo nazionale e provinciale, giuste o sbagliate che siano le dobbiamo seguire mantenendo e riuscendo in questo modo a gestire in modo esemplare la nostra vita e ricreando quella ripartenza per noi e per tutta la nostra società sono indispensabili. “La paura di..” può essere sconfitta con la responsabilità ed il rispetto tra ognuno di noi.
Hauptmann –
Capitan
Rodolfo Weber