Scizeri de Fiem Schützenkompanie Fleimstal
Scizeri de FiemSchützenkompanie Fleimstal

Angela Nikoletti

La libertà di insegnare ai propri alunni. Una bella esperienza di vita e di lavoro per una maestra.

Ma è sempre stato così?

Pochi sono i maestri e gli insegnanti che conoscono la vera storia dell'istruzione nella nostra regione dopo il passaggio all'Italia legate all'oppressione ed alla censura della lingua tedesca.

Molti si chiedono perchè questo non venga insegnato in tutte le scuole della nostra regione: semplicemente perchè i libri di scuola non ne vogliono parlare.

CENNI STORICI

 

Angela NiKoletti nacque a Magrè il 31 maggio 1905 da Ida Peer e Hans Nikoletti.
Gran parte della sua infanzia la passò con la zia Angela Peer presso Cortaccia in quanto i suoi genitori si trovavano spesso lontani da casa per motivi di lavoro.

 

Il grande cambiamento del 1918, i nazionalismi italiani e l’avvento del fascismo scatenarono in lei forti sentimenti verso la propria comunità e la propria terra che vedeva soffrire apertamente. Il nazionalismo italiano aveva portato inevitabilmente alla cancellazione di ogni simbolo tirolese o imperialista ma l’aggravarsi delle pretese per l’eliminazione dell’identità dei cittadini del vecchio Tirolo rimaneva estremamente marcata. Non era possibile tenere foto o parlare delle cose del passato e l’idea di dover cambiare nome e cognome per sembrare più italiani ed essere ben visti dai fascisti non piaceva a molti ed in particolar modo ad Angela.

Fu così che nel 1922 decise di abbandonare l’Alto Adige e di iniziare gli studi magistrali presso Zams nel Tirolo austriaco: il suo sogno era quello di diventare maestra e poter insegnare ai bambini del suo paese natio.
terminato il primo anno di studi decise di tornare per le vacanze estive a casa. Sfortunatamente un giorno perse un foglio sul quale vi era scritta una poesia come argomento il Tirolo. Probabilmente Angela era seguita a vista per il fatto che studiasse in Austria ed aver smarrito quel foglio le causò un richiamo presso la caserma di Termeno dove il maresciallo gli fece un severo rimprovero impedendole di ripartire per Zams.
solo dopo un anno poté riprendere la via per il Tirolo austriaco. Terminò gli studi ottenendo il titolo di maestra ma il sogno di poter insegnare ai bambini di Cortaccia e Termeno era svanito per colpa delle leggi fasciste.
Nel 1923 venne attuata la Riforma Gentile con l’approvazione dell’art. 17 del R.D. 1° ottobre 1923, n.2185 il quale ordinava che a partire dall’anno scolastico 1923/24 in tutte le prime classi venisse insegnato soltanto l’italiano: con questo sistema il tedesco sarebbe scomparso nel giro di 5 anni da ogni scuola. Ad aggravare ulteriormente la situazione il 22 novembre del 1925 vi fu un nuovo decreto che cancellò l’insegnamento del tedesco nelle scuole pubbliche e qualche giorno dopo con una rettifica del 27 novembre 1925 anche nelle scuole private: l’insegnamento del tedesco era diventato illegale.
Fu così che su tutto il territorio dell’Alto Adige (all'epoca comprendeva le attuali province di Trento e Bolzano) vennero aperte clandestinamente delle scuole di tedesco le cosiddette Katakombenschulen cioè “scuole nelle catacombe”.
Angela non esitò un solo istante difronte a questa possibilità di poter resistere insegnando ai bambini del pese la loro lingua madre, il tedesco. Aprì così anche lei una Katakombenschulen presso la casa di famiglia. I rischi erano alti e non era facile nascondere la cosa all’occhio di tutti: gli spioni si aggiravano ovunque ma l’intenzione di voler insegnare il tedesco era la sua missione. Rinunciò persino ad una proposta di un lavoro fisso a Bolzano.

 

“Per amore e pietà dei bambini del paese, rinunciai a quel posto di lavoro. 30 erano i bambini che venivano a casa mia e di mia zia. La cucina, la camera e il giardino erano le nostre aule. Le lezioni duravano quotidianamente fino alle 9 di sera”

 

Non passò molto tempo che venne chiamata dal podestà di Cortaccia in seguito ad una segnalazione. Scoperta l’attività di Angela venne fatta arrestare e condotta nelle carceri di Egna. In prigione contrasse la tubercolosi che compromisero la sua salute al punto da impedirle di alzarsi dal letto negli ultimi periodi della sua vita. Morì il 30 ottobre 1930 a soli 25 anni.

Di lei rimangono le memorie scritte su un diario: della sua grande tenacia e caparbietà nel far valere la giustizia verso quelle persone oppresse dal fascismo e costrette a nascondersi nell’ombra. Volle mantenere quella esigenza del popolo nel parlare la propria lingua in piena libertà costruendo per i loro figli una scuola clandestina con la consapevolezza di quali sarebbero state le conseguenze. Scrisse numerose poesie a favore della sua terra natia, il Tirolo.



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